Manifesto della rigenerazione urbana
Le persone sono al centro del nostro mondo.
Per noi riqualificare non vuol dire soltanto creare un progetto architettonico.
Per noi riqualificare significa cambiare il mondo.
La Città Politropa
La Città Politropa incarna la visione innovativa e multifunzionale che lo studio finepro persegue attraverso il proprio approccio progettuale. Questo concetto, che si fonda sull’idea di una città in continua evoluzione, capace di adattarsi alle esigenze di una società in cambiamento, trova una piena espressione negli interventi dello studio. Il termine “politropo” deriva dal greco antico, unendo “poli-” (molti) e “-tropos” (modo, direzione), ed evoca un modello urbano dinamico che abbraccia contemporaneamente molteplici funzioni, identità e possibilità di crescita.
Lo studio finepro traduce questa visione in azioni concrete, progettando interventi che bilanciano tradizione e innovazione. Attraverso la rigenerazione urbana, valorizza i contesti esistenti, migliorandone le prestazioni ambientali, funzionali e sociali. Tale processo, centrale alla filosofia della Città Politropa, permette di preservare le radici storiche di un luogo, al contempo tracciando nuove traiettorie per un futuro sostenibile e inclusivo.
Attraverso la propria pratica progettuale, finepro interpreta l’essenza politropa delle città. Ogni progetto diventa una sintesi tra passato e futuro, memoria e trasformazione, dimostrando che le città non sono statiche, ma organismi vivi che crescono, si adattano e affrontano con fiducia le sfide del cambiamento.


Materiali Sotenibili
Il concetto di sostenibilità si correla al cambiamento della visione dell’architettura e dell’urbanità. Secondo la definizione della commissione delle Nazioni Unite, lo sviluppo sostenibile “[...] soddisfa i bisogni del presente senza compromettere le capacità delle generazioni future di soddisfare i propri”. L’uso di materiali sostenibili persegue, quindi, la strada del cambiamento armonico e sostenibile, basato su un uso efficiente delle risorse ambientali.
Il progetto di riqualificazione per il completamento della Zona Monumentale di Rione Monti prevede la completa sostituzione delle pavimentazioni stradali in asfalto, incompatibili con il contesto urbano e architettonico di Alberobello, con pavimentazioni in basole calcaree locali e la conservazione degli elementi in pietra esistenti, come le zanelle. La pietra locale è un materiale sostenibile per eccellenza, in quanto il fabbisogno energetico per la sua produzione è basso e la sua durabilità è garantita nel tempo, riducendo gli sprechi e permettendo il riutilizzo del materiale, in un’ottica di economia circolare. Inoltre, la vicinanza tra cantiere e luoghi di produzione permette di abbattere le emissioni dovute ai trasporti, riducendo drasticamente l’incidenza ambientale del processo di costruzione.
Recupero e rammendo
Il recupero di uno spazio urbano è un processo di rigenerazione delle città che recepisce l’esigenza di una nuova idea di urbanità, che risponde ai bisogni attuali di qualità della vita e sostenibilità. Il recupero dei centri storici è spesso un’operazione delicata che implica interventi di “rammendo”, che si traducono in segni architettonici rispettosi del contesto storico e che allo stesso tempo permettono la connessione di questi ambiti urbani consolidati con la città che si è sviluppata al di fuori dei loro limiti.
La visione contemporanea della vita chiede oggi agli architetti e agli urbanisti di pensare delle città a misura d’uomo, che siano luoghi sociali, in contrasto con i ritmi frenetici e l’isolamento digitale che contraddistinguono la nostra epoca.
Recuperare un centro storico è, quindi, un intervento sociale e culturale, oltre che architettonico, in una logica di dialogo tra la tecnica e i suoi effetti sul mondo reale.




Riqualificazione urbana
Il recupero di uno spazio urbano è un processo di rigenerazione delle città che recepisce l’esigenza di una nuova idea di urbanità, che risponde ai bisogni attuali di qualità della vita e sostenibilità. Il recupero dei centri storici è spesso un’operazione delicata che implica interventi di “rammendo”, che si traducono in segni architettonici rispettosi del contesto storico e che allo stesso tempo permettono la connessione di questi ambiti urbani consolidati con la città che si è sviluppata al di fuori dei loro limiti. La visione contemporanea della vita chiede oggi agli architetti e agli urbanisti di pensare delle città a misura d’uomo, che siano luoghi sociali, in contrasto con i ritmi frenetici e l’isolamento digitale che contraddistinguono la nostra epoca.
Recuperare un centro storico è, quindi, un intervento sociale e culturale, oltre che architettonico, in una logica di dialogo tra la tecnica e i suoi effetti sul mondo reale. Il progetto di riqualificazione del centro storico di Gioia del Colle può definirsi come l’insieme di tante azioni per il recupero di un ambito urbano la cui immagine è stata trasformata nel corso del tempo. Riportando i luoghi alla loro immagine originaria e operando nella logica del rammendo, si vuole recuperare un ambito urbano per le persone e delle persone, rendendolo un luogo attrattivo e accogliente, con la visione di miglioramento generale del contesto sociale e urbano.
Agopuntura urbana
L’agopuntura urbana è una pratica di rigenerazione urbana che metaforicamente fa riferimento alla tecnica della medicina tradizionale cinese. Così come nella tecnica medica, l’insieme di tanti piccoli interventi (punture) portano beneficio alla città (organismo). Questa metafora ben definisce il carattere di dettaglio degli interventi a piccola scala, in luoghi strategici, la cui risonanza ha effetti a grande scala, sui centri urbani e sul miglioramento della qualità della vita.
Questo tipo di progettazione mira a cambiare i luoghi esistenti, intervenendo sugli spazi interstiziali e spesso nascosti all’interno della trama urbana costruita.
L’idea alla base del progetto per il centro storico di Noci è di intervenire sugli spazi residuali per creare un percorso visivo unitario e riconoscibile. Le gnostre, spazi particolarissimi, in cui si svilupparono e si sviluppano ancora specifiche forme di rapporti interpersonali (vita di vicinato) e la cui fruizione rimane sospesa tra pubblico e privato, le edicole votive e altre emergenze architettoniche, recuperano la loro visibilità e la loro funzione attraverso interventi mirati di restauro conservativo e di valorizzazione del paesaggio urbano.




Restauro critico
Il “restauro critico” è una delle principali teorie del restauro, che si basa sull’idea che ogni intervento costituisce un “caso a sé”, pertanto non esistono categorie, regole o dogmi, ma è l’opera stessa, attraverso una lettura storico-critica e competenza tecnica, a orientare le scelte del restauro. Da qui deriva l’idea che è la storia del monumento che guida la progettazione, la quale deve rispondere ai problemi di reintegrazione delle lacune, rimozione delle superfetazioni improprie, reversibilità e distinguibilità dell’intervento e conservazione della patina, intesa in senso brandiano come “passaggio del tempo” sul monumento.
Il progetto di restauro delle Mura Aragonesi di Taranto parte da questi principi e riconosce le mura stesse come il principale documento da cui attingere per la definizione degli interventi di restauro. Tutte le scelte architettoniche sono state guidate da un’analisi storico-critica. L’eliminazione delle aggiunte improprie, la reintegrazione dei paramenti murari e tutte le operazioni di restauro rappresentano un ulteriore momento nella linea storica del monumento, che ne valorizza i caratteri senza eliminarne la traccia del tempo.
Valorizzazione del Patrimonio
Il patrimonio culturale e architettonico rappresenta la storia e l’identità delle comunità a cui appartiene. Poche attività come l’architettura sono in grado di evocare con grande intensità e ricchezza la natura e le ragioni che l’hanno generata, ed è proprio in questo che risiede la sua trascendenza come patrimonio culturale.
Valorizzare il patrimonio architettonico è, quindi, un atto di grande rispetto verso il nostro passato e la nostra storia. Il restauro è uno strumento per la valorizzazione del patrimonio, in quanto, citando Cesare Brandi, rappresenta “il momento metodologico del riconoscimento dell’opera d’arte nella sua consistenza fisica e nella sua duplice polarità estetica e storica, in vista della sua trasmissione al futuro”.
Le scelte progettuali per l’Area Archeologica di Minturno sono mirate alla valorizzazione del patrimonio storico situato sulla Via Appia. Attraverso il restauro dei mosaici, il consolidamento murario e la creazione di nuovi percorsi di visita, si restituisce nuova luce a luoghi storici fondamentali del patrimonio italiano.




Materiali rinnovabili
Alla base della sostenibilità in architettura vi è la scelta di materiali rinnovabili, i quali possono essere riciclati, riutilizzati e recuperati. L’analisi LCA (Life Cycle Assessment) permette di stabilire se un materiale è sostenibile, anche in virtù della sua provenienza da un processo di riciclo e recupero, definendo, quindi, un processo di circolarità. Per il progetto di riqualificazione del waterfront di Locri sono stati scelti materiali rinnovabili come il legno composito o WPC (Wood Plastic Composite), un materiale totalmente riciclabile e ottenuta da legno riciclato, che garantisce qualità estetica e alte prestazioni in termini di durabilità e resistenza nel tempo, evitando fenomeni di degrado.
Accessibilità universale
Il principio di accessibilità universale delle persone è uno dei cardini del diritto di cittadinanza. Alla base vi è l’idea che l’accessibilità sia un diritto fondamentale e imprescindibile per il godimento di tutti gli altri diritti della persona. Questo concetto, contenuto nella Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, si traduce nell’adottare una serie di accorgimenti e soluzioni per permettere alle persone con disabilità di vivere in maniera indipendente tutti gli aspetti della vita.
A Isola delle Femmine, il progetto per la nuova piazza Umberto I mira a eliminare i dislivelli esistenti, creando uno spazio totalmente accessibile e fruibile, privo di disabilità. Il disegno architettonico delle nuove sedute ha integrato il dislivello creato dal sollevamento delle radici dei maestosi alberi centrali, in una logica organica e verso una visione di spazio pubblico per tutti.




Forestazione urbana
L’immagine consolidata delle nostre città è spesso quella di una urbanità edificata, dove strade ed edifici costruiscono una trama più o meno regolare, che lascia poco spazio alla componente naturale. Questo tipo di città contribuisce al cambiamento climatico e, di conseguenza, favorisce l’aumento delle temperature e fenomeni climatici estremi.
La forestazione urbana rappresenta una strategia per invertire la curva del cambiamento climatico. Riportando alberi e foreste nelle città, proteggendo le superfici permeabili e promuovendo orti urbani e corridoi verdi, la natura si riappropria dello spazio urbano, migliorando la qualità dell’aria, incrementando la biodiversità e riducendo l’effetto “isola di calore”.
Il nuovo “Parco Valenzano” costituisce una opportunità per la città di Bari. Integrato all’interno del tessuto costruito periferico della città, il nuovo parco contribuirà al cambiamento dell’immagine di Bari, riportando l’elemento naturale all’interno dello spazio urbano. La piantumazione di nuovi alberi, la conservazione degli orti urbani esistenti e la creazione di percorsi, ponti e piste ciclabili favoriranno la mobilità dolce, diminuendo le emissioni di CO2 e migliorando la qualità della salute e della vita urbana.
Identità storica
Gli edifici storici sono portatori di valori. Sono documenti su cui è possibile leggerne la storia, essendo riusciti nell'impresa di sopravvivere al tempo, il quale ha lasciato traccia del suo passaggio velandoli con la patina di brandiana memoria.
La loro bellezza risiede non solo nei caratteri e nella materia dell’architettura, ma anche nel valore dell’identità storica che rappresentano. Questo carattere identitario è in parte il risultato di questo susseguirsi di avvenimenti e il restauro rappresenta uno di questi momenti: è il momento della cura, che restituisce agli edifici dignità e vigore, senza eliminarne la storia.
Il progetto di restauro e ampliamento del Comparto Bellini a Comacchio valorizza la storia di un luogo evocativo per la memoria collettiva ma attualmente in disuso, restituendolo alla comunità. La storia e la materia dell'architettura hanno guidato la progettazione nell'interpretazione delle necessità tramite una lettura storico-critica per l'elaborazione di un intervento attento ai caratteri dell'architettura e alle nuove istanze della contemporaneità.




Progettazione NZEB
La progettazione NZEB (Nearly Zero Energy Buildings) o progettazione di “edifici a energia quasi zero” è un processo sistematico e multidisciplinare che si riferisce all’impiego di soluzioni tecniche e materiali da costruzione per minimizzare il costo energetico degli edifici.
Gli edifici NZEB si caratterizzano per la loro indipendenza energetica dalle fonti di approvvigionamento tradizionali, in quanto riescono a produrre il loro fabbisogno energetico da fonti rinnovabili, riducendo drasticamente le emissioni di gas serra. Inoltre, implementano soluzioni tecniche per l’isolamento termico e il controllo e monitoraggio del benessere indoor che contribuiscono all’efficienza energetica e riduzione dei consumi.
Il progetto per Piazza Santa Teresa ad Altamura cambia radicalmente la configurazione della piazza esistente e prevede la costruzione di una sala polivalente progettata secondo i criteri NZEB, a energia quasi zero. Il nuovo edificio sarà basso-emissivo grazie ad un attento studio dell’involucro edilizio e alla progettazione di un sofisticato sistema di produzione di energia da fonti rinnovabili, controllo della temperatura e ventilazione, per garantire alti standard energetici e di benessere indoor.
Partecipazione della comunità
La partecipazione delle comunità nella progettazione architettonica costituisce un approccio democratico, che può sintetizzarsi come “partecipazione progettuale”, citando l’architetto e urbanista Giancarlo De Carlo. Le pratiche partecipative permettono l’ascolto delle necessità delle persone che vivono quotidianamente i luoghi, con l’obiettivo di umanizzare gli spazi urbani. In questo processo democratico, gli architetti sono chiamati a recepire le esigenze delle comunità e utilizzare la loro creatività per realizzare luoghi che favoriscono il benessere collettivo e promuovono la socialità.
Progettato intorno alla metà degli anni ‘60 come città satellite modello da Kenzō Tange, il Quartiere Librino a Catania rappresenta l’utopia “new town” mai realizzata che necessita di azioni di forte impatto sociale.
Il progetto degli architetti di finepro parte da un attento ascolto delle esigenze della comunità del quartiere, con cui è stato instaurato un dialogo attivo che ha permesso di rendere le persone partecipi del processo creativo-architettonico. I nuovi campi sportivi e il parco urbano sono, quindi il risultato di una progettazione partecipata e democratica, orientata al cambiamento e miglioramento degli ambiti urbani periferici.


L’uso di materiali sostenibili persegue, quindi, la strada del cambiamento armonico e sostenibile, basato su un uso efficiente delle risorse ambientali.


La nuova urbanità creata dagli interventi di riqualificazione è legata al concetto di “bellezza” che veicola messaggi e comportamenti sociali orientati alla cultura, allo sviluppo, al benessere e al miglioramento della qualità della vita.
Alla base della riqualificazione vi è l’idea che l’architettura e lo spazio urbano siano attori di processi più ampi di sviluppo, e che influiscono nella percezione della qualità della vita da parte delle persone.

Questo tipo di progettazione mira a cambiare i luoghi esistenti, intervenendo sugli spazi interstiziali e spesso nascosti all’interno della trama urbana costruita.







Gli edifici NZEB si caratterizzano per la loro indipendenza energetica dalle fonti di approvvigionamento tradizionali, in quanto riescono a produrre il loro fabbisogno energetico da fonti rinnovabili, riducendo drasticamente le emissioni di gas serra. Inoltre, implementano soluzioni tecniche per l’isolamento termico e il controllo e monitoraggio del benessere indoor che contribuiscono all’efficienza energetica e riduzione dei consumi.






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Il calendario 2025 di finepro celebra il concetto innovativo della "Città Politropa", un modello urbano che combina multifunzionalità, diversità, sostenibilità, innovazione tecnologica e crescita economica.